Jim Morrison : Se per vivere ti dicono "siediti e stai zitto", tu alzati e muori combattendo.

ITALIA VS EUROMONDO


Il 23 Gennaio 2008 l'Europa poneva le basi per la riduzione delle emissioni inquinanti con la "direttiva 20-20-20":

La Commissione europea ha adottato oggi un importante pacchetto di proposte che darà attuazione agli impegni assunti dal Consiglio europeo in materia dilotta ai cambiamenti climatici e promozione delle energie rinnovabili. Le proposte dimostrano che gli obiettivi fissati l’anno scorso sono realizzabili sia dal punto di vista tecnologico che economico e offrono opportunità commerciali senza precedenti a migliaia di imprese europee. Le misure previste accresceranno significativamente il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili in tutti i paesi e imporranno ai governi obiettivi giuridicamente vincolanti. Grazie a una profonda riforma del sistema di scambio delle quote di emissione, che imporrà un tetto massimo alle emissioni a livello comunitario, tutti i principali responsabili delle emissioni di CO saranno incoraggiati a sviluppare tecnologie produttive pulite. Il pacchetto legislativo intende consentire all’Unione europea di ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas serra e porta al 20% la quota di rinnovabili nel consumo energetico entro il 2020, secondo quanto deciso dai capi di Stato e di governo europei nel marzo 2007. La riduzione delle emissioni sarà portata al 30% entro il 2020 quando sarà stato concluso un nuovo accordo internazionale sui cambiamenti climatici.

(fonte europa.eu)

Proposta coraggiosa e dovuta a noi stessi e alle generazioni future, ma i primi di ottobre succede qualcosa:

Il nostro Presidente del Consiglio Berlusconi e la sua equipe di Ministri si oppone facendo da guida ad un manipolo di paesi dell'est europeo, popoli emergenti avidi di energia ed economia sfrenata.

I "nostri" portano al banco europeo una stima dei costi pari all 1,14% del PIL mentre secondo Bruxelles i conti vanno fatti in maniera diversa rispetto ai calcoli italiani. "La stima dei costi aggiuntivi - spiega il commissario all'Ambiente, il conservatore greco Stavros Dimas - secondo la Commissione, è pari infatti al massimo allo 0,66% del Pil. E questo dato prende in conto tutti gli elementi del pacchetto su clima ed energia: non solo gli obiettivi per la riduzione delle emissioni di gas serra e per lo sviluppo delle rinnovabili, ma anche i 'meccanismi flessibili' che si possono utilizzare per raggiungerli".

Gli ambientalisti insistono poi affinché parlando dell'agenda 20-20-20 il discorso venga allargato alle ricadute positive che il governo italiano sembra non voler contabilizzare. "Per l'Italia - spiega Edoardo Zanchini di Legambiente - l'Ue stima un risparmio di 7,6 miliardi l'anno nel taglio delle importazioni di idrocarburi e di 0,9 miliardi di euro nei costi per contrastare l'inquinamento.I costi effettivi pertanto scendono fino a trasformarsi in un guadagno netto di 600 milioni di euro l'anno. Questo senza contare i benefici di lungo termine sul piano dello sviluppo di un settore innovativo come quello delle rinnovabili e di crescita occupazionale"

Posizioni almeno in parte simili sono condivise anche da larghi settori dell'industria europea. Il Gruppo europeo dei dirigenti di impresa, che raggruppa i vertici di grandi società come Phillips, Shell, Tesco e Vodafone, ha inviato recentemente a ogni membro dell'Europarlamento una lettera in cui esprimeva il proprio favore nei confronti delle misure proposte."Siamo dell'idea - si leggeva nella missiva - che i benefici di un intervento deciso e tempestivo sul cambiamento climatico siano superiori ai costi dell'inazione. Riconosciamo che le questioni legate alla competitività europea e le preoccupazioni europee riguardo alla recessione economica globale influenzeranno il dibattito, ma siamo certi che l'adozione di un pacchetto legislativo deciso ed efficace alla fine avrà effetto positivo sulle imprese europee".

(fonte Repubblica.it)

Il 17 dicembre la direttiva è stata votata e approvata a larga maggioranza dal Parlamento, ennesima prova dell'insensatezza e della solitudine dei nostri politici a livello europeo(mondiale).

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